luned́ 29 agosto 2005
Kanab - Zion
Tento di impietosire Carla, proponendo una sveglia tardiva, ma lei e'
irremovibile, alle 6.30 in piedi. La paghera' a Zion, penso sadico tra
me e me.
Prima tappa: Coral Pink Sand Dunes.
C'ero stato e non mi avevano detto granche'.
Ci ritorno e mi hanno fatto tutt'altra impressione.
Ci siamo persi soprattutto ad ammirare le impronte delle bestioline che
si rincorrono sulla superficie dal vago colore rosato (la luce la prende
al tramonto dicono) e le dune che si mischiano agli alberi in questa
porzione di valle all'interno di montagne rosse. |
Proseguiamo verso sud,
sulla strada sterrata, anzi sabbiosa. Ho qualche dubbio se si possa
affrontarla a cuor leggero con una 2wd. Ma la buick derapa bene con le
sue 4 ruote motrici, ogni tanto tocca sotto, ma ci riporta sull'asfalto.
Cerchiamo di imboccare la strada che percorre le Smithsonian Butte, ma
la manchiamo di brutto. Pazienza, Zion e' alle porte.
Solito casino con lo shuttle, dovuto ai lavori in corso e "piacevole"
sorpresa: la valle e' chiusa al grotto!
Dovevo fare l'Observation Point. Carla non parla, e' stata male in
macchina e l'attesa al caldo dello shuttle l'ha abbattuta ulteriormente.
Se a questo si aggiunge che ho dimenticato le banane in macchina...
Iniziamo (non so che altro fare) la salita allo Scout Lookout.
Sorpresa: salendo l'atmosfera cambia radicalmente. i suoni si fanno piu'
diffusi. Zion inizia a coinvolgermi.
Carla tiene botta bene e in un niente siamo allo scout.
Immaginavo ben peggio la salita, e pensare che l'abbiamo iniziata a
mezzogiorno (ora nostra - l'una a Zion!).
Siamo alle catene.
Sono li' fiducioso.
Carla mi guarda e dice si: puoi andare anche da solo!
Non avrei immaginato. lei soffre di vertigini ed ha paura anche per me.
Ma concede, parto a razzo, prima che cambi idea (leii o io?).
Il primo tratto e' facilissimo. raggiungo la temutissima cengia con lo
strapiombo da ambo i lati.
Pure a me le altezze eccessive creano disagio (e qualcosa di piu'), ma
sono determinato e a testa basso procedo.
Con un ragazzo polacco (che vive a Chicago) condivido meta' ascesa.
Lui si ferma per rifiatare, io continuo con passo deciso: chi si ferma
e' perduto e in men che non si dica raggiungo la cima!
Sotto l'ultimo albero dei francesi stanno pasteggiando.
Sono solo su.
Anzi siamo in due e l'altro non e' giotto! (beccati pure questa riminese
traditore!), ma un piccolo pika che prima scappa e poi si mette in posa
sullo strapiombo. lo ribattezzo Giotto (vedi ti ho perdonato un po').
Purtroppo non sa fare le foto e non c'e' piano di appoggio per
l'autoscatto.
Aspetto un po' e poi torno indietro dai francesi per la foto di rito!
La discesa passa in un amen, cosi' come il ritorno a valle. |
Considerazione: da come
veniva dipinta pareva molto peggio, non parlo tanto dell'ultimo pezzo,
ma della salita in se' che io ho trovato per niente faticosa, nonostante
la temperatura elevata e l'orario in cui l'ho affrontata. Chiariamo: ero
ben allenato. quindi non lasciatevi spaventare, ed anche l'ultimo
tratto, se proprio le vertigini non vi fanno vacillare, per quanto
spaventoso sia, e' in totale sicurezza.
Perdiamo la solita montagna di tempo per tornare al visitor center a
prendere la macchina. arriviamo al lodge in tempo solo per la doccia e
per la cena.
Cena: ottima. gran atmosfera con la luce che calava.
Devo dire che ho sempre mangiato bene in questo viaggio. I prezzi?
diciamo che non li ho guardati molto, ma quando ti concedi un pasto al
giorno puoi chiudere un occhio (o sbaglio?).
Gran dopo cena in relax sul prato.
E via con lo show.
Prima i tacchini selvatici a razzolare le briciole dei turisti (see you
al thanksgiving!) poi un ombra bianco nera, non e' del piero, ma una
simpatica puzzola che va a raccogliere il suo pasto (un tozzo di pane)
al self service.
Quindi 3 proghorn (sto imparando i nomi) pranzano sull'erba verdissima.
Siamo li' seduti ad ammirarli al buio, quando sento un lamento dietro
l'angolo. vado a vedere. Era il piccolo bambi che chiamava la madre.
zampettando la raggiunge.
Conclusione: se vuoi vedere la wildlife a Zion basta che te ne stai la
sera sul prato. |